Otto e Orto. Solo un cambio di consonante per l'enigmistica classica, ma un cambio sostanziale di prospettiva per Roberto Toro. Otto e Orto sono due dei menu degustazione proposti all'Otto Geleng del Grand Hotel Timeo. «Se puoi partire da materie prime eccezionali, non devi alterare gli ingredienti, devi solo sapere come esaltarli», scrive lo chef siciliano che del culto dell'ingrediente ha fatto il suo mantra. Ingredienti che conosce a menadito sia per la sua genealogia contadina sia per la sua lunga militanza nelle cucine, compresa quella francese del Relais Louis XIII, frequentate prima di cedere al richiamo della terra d'origine e della famiglia.
Al Timeo, ben prima che diventasse un Belmond, ha servito pranzi e cucinato per le cene a tema continuando, però, a mantenere vivo l'entusiasmo per quel mestiere scelto da ragazzo. Mai fiaccato dalla routine, all'Otto Geleng, ristorante gourmet voluto dalla nuova proprietà, Toro ha costruito la sua personale idea di cucina che accosta ingredienti poveri a materie prima d'altissima gamma in un equilibrio che è pari all'armonia del panorama che si gode dalla terrazza affacciata sulla baia di Taormina con vista sull'Etna dove sono apparecchiati i tavoli impreziositi dal tovagliato lavorato al tombolo, simbolo dell'antica eleganza siciliana.
Eleganza rispecchiata dalle composizioni dello chef capace di inserire, con finta umiltà, la parmigiana di melanzane e la provola nei tortelli, di unire arditamente il foie gras, il carciofo e il frutto della passione alla triglia, e trovare pure una dimensione inaspettata al cavolo trunzu.
+3909426270200
Ristorante con camere
Tavoli all'aperto
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giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate