Una cucina che mescola la giusta dose di istinto e di improvvisazione con un approccio più analitico, più riflessivo: due facce, quattro mani, due poli opposti ma complementari, è questo il "retroscena" di Pierpaolo Ferracuti e Richard Abou Zaki che, da giugno 2020, hanno unito i loro destini all'insegna di una concezione condivisa, anche quando contrastata, di cucina.
Ragione e sentimento, dunque, si compenetrano, stimolandosi a vicenda. Così nasce uno stile che rifugge ogni tentazione essenzialista e che non teme, anzi, di combinare tra loro anche più di dieci ingredienti in un unico piatto senza che l'effetto finale sia né caotico né barocco. Anzi, leggerezza e nitore sono i due elementi ricorrenti di questa storia, che omaggia tanto il Mar Adriatico, lo scenario davanti al quale siamo affacciati, quanto l'orizzonte gustativo dell'entroterra.
Un regime di complessità invero molto alto abita dunque ciascuna dei piatti/miniatura di Pierpaolo Ferracuti e Richard Abou Zaki che, del resto, vantano prodromi importanti: gli stessi che hanno insegnato loro, tra le altre cose, a scandire i tempi del menu degustazione con precisione svizzera. E la stessa precisione viene adottata anche per la sala, assolutamente all'altezza della cucina, da un po' di anni sapientemente orchestrata da Luca Luciani.
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet