Lo strano caso del dottor Alberto Gipponi, che a 35 anni decide di diventare chef, seguendo la propria passione; che a 37 apre il suo ristorante, Dina; passano pochi mesi e subito diventa un caso nazionale, premio "Sorpresa dell'anno" per la scorsa edizione di questa guida, ne seguono notorietà internazionale, il palco del congresso Identità Milano 2019, una folla di buongustai e gastronomi che si presenta alla porta - si apre con gran rumore di chiavistelli, come vuole un poco di teatralità gipponiana - per assaggiare la cucina di quello che, all'apparenza, è poco più che un neofita.
E poi le reazioni: chi grida al genio, al talento assoluto, chi parla di esperienza indimenticabile... Poi ci sono anche i detrattori, che lo considerano sopravvalutato, o valutato troppo presto; un fenomeno destinato a ridimensionarsi?
Noi, che crediamo abbia in realtà un talento assoluto e un'inventiva, una capacità di immaginare il gusto, un'attitudine ad assorbire conoscenza e stimoli del tutto fuori dal comune, osserviamo con curiosità e stima l'evoluzione continua del locale di Gussago e di quanto vi si propone. Tutto iniziò con Casoncello crudo ma cotto; è proseguito con delizie quali Vi rode il fegato, Tutto ci passa attraverso e ci cambia, lo straordinario dessert alla quaglia; e approderà a... Non si sa, Gipponi è un vulcano in ebollizione, imprevedibile.
A volte gli piacerebbe essere persino più "normale", progetta piatti e menu inclusivi, per farsi amare anche dal viandante di passaggio. Ma il Dina è innanzitutto un luogo di fulminanti invenzioni culinarie. Per questo bisogna andarci.
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Tavoli all'aperto
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it