Alberto Gipponi è avanguardia e (dunque) fuori dallo spirito del tempo, disallineato rispetto a un mainstream in cui lo chef batte in ritirata perché comandano, oggi, i modi borghesi del commensale da soddisfare. Al Dina si va proprio perché la proposta sa anche essere tutt’altro: non che manchi la possibilità di un pasto normale, ma l’essenza qui gravita attorno alla prorompente personalità gipponiana, ché accettarla o meno significa entrare davvero, oppure no, nel suo spazio dialettico.
Si può discutere quanto questa identità possa, da fonte fruttifera di pensiero, diventare limite. Poi però il Gippo porta in tavola un cannellone “in assenza”, senza ripieno – o meglio, ripieno d’aria – dove il concetto sta nella texture della pasta: straordinario, è purissima centralità del morso, è un piatto che basta a sé stesso senza l’aiutino compiacente del gelato al tartufo bianco che l’accompagna. O gli Gnocchi, rafano ed erbe aromatiche, dove ancora è protagonista la masticazione, superba, magica. O la pura raffinatezza scabra, disadorna di Salmerino e rosa, dove la chiave di volta è la pelle del pesce... E allora capisci che di Gipponi abbiamo tremendamente bisogno.
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
+390308940937
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it