Customer care, si dice nelle grandi aziende. Significa "prendersi cura del cliente". Ecco: i fratelli Butticè sono vocati a questo, fa parte della loro sicilianità accogliente che si fonde con la professionalità da brianzoli acquisiti. Dell'identità stessa di ristorazione che portano avanti a Monza: struttura solida, l'ospitalità come arte, il gusto come tramite, l'evocazione come strumento per titillare le emozioni, insieme al sapore.
Per questo il loro ristorante è tanto consolidato; per questo è cresciuto; per questo i tre hanno poco a poco potuto alzare l'asticella. È un processo consequenziale: dato che si sta bene, il commensale torna, così si forma uno zoccolo duro. E quindi si può investire per evolversi. E si può persino - ma con juicio, nessuno viene lasciato indietro - diventare sempre più ambiziosi, non accontentarsi di essere un ottimo ristorante "borghese", ma spingersi più in là, puntare al fine dining. Esattamente il momento che sta vivendo Il Moro. Lo abbiamo tastato noi stessi con mano, e testato con le papille.
Passo indietro. A Il Moro ci si è sempre trovati a proprio agio, i Butticè sanno proporre una cucina di gusto e realizzata a regola d'arte, col plus della carica di umanità e passione che sanno esprimere. Però c'è anche stata una costante crescita, calibrata e senza stravolgimenti, che ha portato l'indirizzo a essere ora intanto più bello, poi anche più armonico nell'offerta gastronomica e nei gusti dei piatti. Più fini, più intriganti nella complessità aromatica dei piatti, mentre golosi lo erano anche prima.
Evoluzione, appunto.
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it