Molto più del semplice atto del mangiare. In un luogo prezioso come Acquolina, si va per restarne piacevolmente stupiti. Il giovane Daniele Lippi questo lo sa e prepara la giusta ricetta rincorrendo sensazioni a livello conscio ed inconscio. Famoso per il suo illusionismo culinario, in cui ben poco è ciò che sembra, i piatti brillano di concretezza e questo la dice lunga sul talento. Idee e guizzi inafferrabili, ma l'esperienza a tavola è ricca di senso e materia. Oltre che di gusto. Calibrato per essere profondo e indimenticabile. Pochi coperti, molta eleganza.
Opere d'arte moderna che, come i piatti, cambiano periodicamente, spingendo l'ospite a rilassarsi e lasciar fare. Un luogo in cui si sta immediatamente bene. Nulla di ordinario, un menu che sterza e incuriosisce, convincendo per professionalità e centralità della proposta: si parte dal lavoro dei grandi artigiani della gastronomia. Tutto scorre fluidamente, con armonia, in sala come ai fornelli.
Tra i percorsi degustazione: Periplo, dedicato al Mediterraneo in sette portate, e Anabasi-Catabasi, quello più lungo da 9 portate. Tra gli assaggi segnanti, Ventricina di tonno, Riso con siero di bufala e liquirizia, sapiente costruzione verticale con, all'apice, la carezza forte della liquirizia, mentre i secondi sono l'elogio dell'illusione. Virtuosismo tecnico che Lippi fa ad occhi chiusi, servendo esperienze che nutrono a tutti i livelli. Ottima cantina, organizzata la sala, a completare quella che facilmente risulterà la tavola perfetta.
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Nata ad Ischia, vive a Napoli. Docente per Spazio Eventi di Eataly Roma, sommelier AIS, collabora con diverse testate e guide di settore raccontando ristoranti, luoghi e persone.