È difficile inquadrare Ikoyi. Quando ha aperto nel 2017, il suo stile era così indefinibile che gran parte della stampa lo ha etichettato come West African cuisine, sebbene estraneo al continente africano e ai suoi sapori. Ma in un mondo che ama etichettare tutto, è facile fare confusione su cosa sia effettivamente Ikoyi. Sì, uno dei fondatori, Iré Hassan-Odukale, è nato e cresciuto in Nigeria, a Lagos, vicino a Ikoyi. Ma lo chef, Jeremy Chan, di origini cinesi e canadesi, ha fatto da spola tra Inghilterra, Canada e Hong Kong ed è sempre stato affascinato da tecniche e ingredienti internazionali (incluso il West Africa). Ikoy è in continua evoluzione con Chan che cambia giornalmente il menu, sempre ispirato da nuove idee.
Il piatto simbolo per cui il ristorante è conosciuto è il Platano a mezzaluna, spolverizzato con un sale aromatizzato al lampone e servito con un’emulsione affumicata a base di agrumi. Per Chan la componente estetica del piatto è importante quanto il resto. Attualmente il platano viene servito diversamente ma la texture e la combinazione con la salsa dal gusto pungente restano inalterate.
Cenare da Ikoyi è un’esperienza imprevedibile perché proprio quando pensate di sapere cosa vi verrà servito, Chan cambierà le carte in tavola. E poi c’è il delizioso riso Jollof speziato, omaggio alla Nigeria, un intramontabile della cucina. Solitamente servito con il granchio, viene oggi riproposto con verdure e manzo. L’unico aspetto un po' da affinare è il servizio, non all’altezza della cucina di Chan. Ma i piatti sono impeccabili, ludici e al tempo stesso di pensiero.
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Food & wine writer slovena, lavora per la televisione nazionale e collabora con Fine Dining Lovers e Gasterea Magazine. È co-autrice del libro di Ana Ros “Sun and Rain” (Phaidon)