E' arrivata anche la stella Michelin a Stefano Vio, classe ’88, esploratore di cucina e di mondo, con esperienze in Nuova Zelanda, Tailandia, Messico e tanti altri dove. Venezia, città crocevia, mai ostile nell’accogliere, è lo spazio ideale per una lettura open-minded e multietnica come la sua. E si può dire lo stesso di Zanze XVI, storica insegna in Sestiere Santa Croce rimessa a nuovo - con gusto - da Nicola Dinato (patron del Feva di Castelfranco) e Nicola Possagnolo (imprenditore) nel 2017 per diventare la nuova osteria contemporanea.
Stefano può sguinzagliare il suo approccio aperto e fusion. Mette insieme tecniche e ingredienti per produrre originalità, seguendo le dritte di Dinato su fornitori, buoni mercati, gusto locale. Gli ortaggi provengono da piccoli agricoltori, il pesce dal mercato di Chioggia e Carole. Le contaminazioni culinarie, invece, dai viaggi e dagli umori veneziani. Nasce così un menu a doppio spartito, esente da limiti culturali o geografici e orientato al recupero. Si può attingere da Taste of Venice, perfetto per chi cerca una cucina locale non convenzionale (scandita da Risotto ai gò, Branzino pescato al nero di seppia...) oppure da una carta molto più ardita, in cui si vola da Oriente a Occidente tra cotture innovative, spezie, acidità, affumicature, ingredienti desueti.
Il racconto in sala spetta al bravo Francesco Pasquali, destro e leggero.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose