Quando l’idea del bistrot incontra uno chef giapponese a Roma, in zona Flaminio, il risultato è Bistrot 64. Tavoli in marmo senza tovaglia e mise en place essenziale che, insieme ai mobili in legno e le luci soffuse, creano un ambiente minimal e accogliente. La sottrazione è al centro della filosofia di Noda Kotaro, chef e co-proprietario dell’insegna, che esalta i sapori semplici nel rispetto della materia prima e dell’alternarsi delle stagioni.
Una cucina basata su pochi elementi e tecniche che non vanno a modificare l’essenza degli ingredienti. I piatti ben esprimono i sapori del territorio ma con un’evidente contaminazione nipponica, con l’estetica che gioca un ruolo fondamentale. Si può scegliere fra due percorsi di degustazione: Solo Noi (50 euro) e Innovazione (80 euro), rispettivamente 5 e 7 portate a scelta dello chef. In entrambi viene servito l’iconico Spaghetti di patate, burro e acciughe, nato dall’dea di offrire un primo piatto senza glutine utilizzando patate a julienne saltate nel burro e colatura di alici, al posto di pasta commerciale. Spiccano il Fungo cardoncello su crema di champignon, olio al prezzemolo e aceto balsamico e l’Anatra, maionese col suo fondo e kale.
Cantina che spazia tra Italia e Francia, con possibilità di abbinamento ai piatti nella versione 5 calici (45 euro) e 6 calici (60 euro). Servizio formale e non invadente ma pronto a soddisfare le richieste dei clienti.
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senese, 25 anni, da sempre una passione sfrenata per il food&wine. Laureata in Scienze Gastronomiche intraprende la strada della cucina per un paio di anni. Oggi vive a Roma, dove frequenta il master in Comunicazione, Food marketing e Critica enogastronomica al Gambero Rosso.