Da gennaio 2020 c’è un importante cambio al timone di Gaudenzio. Lo chef Giorgio Ciotti – in cucina dal novembre 2017 - ha rilevato l’attività assieme al socio Lorenzo Tarasco, nuovo responsabile di sala e cucina.
In questa stanzetta ai piedi della Mole, infatti, si mangiava molto bene quando ai fornelli c’erano Alessio Zuccaro e Michela Cuccovillo, ma non è poi cambiata la sostanza da quando i 2 sono partiti per altri lidi: il bravo e giovane (anche lui: qui c’è giovinezza ovunque) Giorgio Cotti che li ha sostituiti – ancora coadiuvato da Matteo Barbero – ha continuato a remare nella direzione voluta da Stefano Petrillo, l’oste della prima ora, proponendo una cucina da bistrot di quelle intriganti e un po’ ruffiane, fatte di sapori esotici e materie audaci e di qualità, con piatti curiosi, annaffiati dai vini naturali di piccoli produttori.
E allora il Panino con il cuore e lo Spiedino di escargot, lo Spada con gli agretti e le olive e il Diaframma con il cipollotto e la rubra. Arredamento minimal-design, pochi coperti, cucina a vista, piatti intriganti, vini nature: ci sono tutti gli ingredienti per farne uno dei locali più cool della città. E così, in effetti, è: nel volger di un paio di primavere Gaudenzio è diventato una delle tappe imprescindibili per i gourmet torinesi.
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viaggia e mangia per Lonely Planet, Osterie d'Italia, Repubblica e la collana I Cento (EDT). Ha scritto "Dire Fare Mangiare" (ADD), "Cibo di strada" (Mondadori), "Il Gusto delle piccole cose" (Mondadori Electa) e “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino”, ama andar per trattorie e ristoranti di blasone portandosi dietro una moglie riottosa e due figli onnivori