Gaudenzio è un ristorante moderno, giovane ed informale. Lo si vede dal menu, che mette insieme ingredienti e accostamenti in grado di destare grande curiosità. Lo si vede dalla scelta dei vini, tutti naturali con una proposta di etichette ricercata e ben presentati da Lorenzo Tarasco in versione oste. Lo si vede dall’entusiasmo che si respira in sala e in cucina.
Locale raccolto disposto su una vetrata su cui si affacciano circa 20 coperti. In fondo proprio davanti ad un bancone, quasi uno chef's table, si intravede la cucina, dove gli ingredienti sono gestiti dalle mani di Giorgio Cotti (chef) e di Matteo Barbero (sous chef) e prendono vita i piatti che ritroviamo nel menù.
Giorgio arriva dalla Liguria e dalla scuola di Igor Macchia alla Credenza di San Maurizio Canavese, come Matteo. Da qui insieme sono partiti per decidere di dedicarsi dal 2020 al loro nuovo progetto, questa volta in proprio e in via Gaudenzio Ferrari (da cui prende nome), tra l’Università di Torino e la Mole Antonelliana. Le proposte vedono una grande alternanza di proteine, mai scontate, dai pesci alle carni, fino ai molluschi: si vede tutta la ricerca degli chef e si intravedono le comuni radici di mare. Si va dal Polpo scottato con brodo di cipolle e cime di rapa; i Plin di ricotta con lime, cuori eduli e brodo di funghi, oppure Ricciola, lenticchie cicoria e vino rosso. Ottimi anche i dolci e per chi vuole concederselo la selezione di formaggi.
Un progetto che anno dopo anno va nel verso giusto, per la propria strada, anche se poco classificabile, che appartiene a Gaudenzio.
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pensa che il giorno sia felice solo quando scopre un nuovo ristorante dove si mangia bene. Gastronomo per passione, abitante della combattiva Valle Susa, nel tempo che resta si occupa di politiche di welfare e di innovazione sociale