Con il nome del suo locale Gianluca Gorini voleva trasmettere ai clienti la sensazione di stare entrando a casa sua, il conforto di venire ospitato a casa di un amico. E infatti in questo ristorante, incastonato nell'ameno paesino di San Piero in Bagno, si entra e si esce rilassati. Sorridenti come lo chef, un'epitome di amichevolezza e antidivismo che, in questi tempi di chef celebrità, andrebbe studiato nei libri di scuola. Ci si sente bene; ci si sente a casa. E contemporaneamente si vive un'esperienza culinaria di raro entusiasmo, coraggiosa, a tratti rischiosa, ma senza mai sbandare fuori strada.
I prodotti sono quelli di questo angolo di Romagna ai bordi del Parco delle Foreste Casentinesi, uno spicchio di Appennino Tosco-Romagnolo di cui, attraverso la cucina di Gorini, si riesce a respirare l'avvicendarsi delle stagioni, la selvatichezza aspra dell'autunno e l'abbraccio odoroso della primavera. I Tortelli alle melanzane affumicate, erba cipollina e primo sale di capra accarezzano, la Battuta di daino, begamotto salato, miele di castagno e caffè schiaffeggia. L'amaro prevale, ma tutto rimane sempre nei ranghi della confortevolezza.
Una menzione doverosa va fatta anche ai dolci, come l'indimenticabile Semifreddo al raviggiolo con amarene, croccante alle noci e vermut, o Fucsia, un dessert che ormai è diventato leggenda tra i suoi affezionati, rabarbaro al gin con crema di mandorla armellina e sorbetto di lamponi.
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