Se le macàre, mitiche fattucchiere della fantasia popolare salentina, compivano sortilegi e preparavano filtri e pozioni, qui “la cucina è la sola magia”, come recita la significativa dichiarazione d'intenti che in questo locale di Alezio sembra essere il principio ispiratore dell'intera attività. E in effetti una sorta di magia si coglie nei piatti di Daniela Montinaro e di Vincenzo D'Aprile, la magia di una schietta tradizione casalinga che resta orgogliosamente fedele a sé stessa, malgrado il passaggio obbligato attraverso operazioni che la ingentiliscono, la alleggeriscono e la ringiovaniscono.
Si dà quindi inizio a un percorso sincero e verace, circondati dal gradevole contrasto cromatico degli interni, tra i toni del grigio, il legno chiaro dei bei tavoli e il nero intenso delle sedie, che evoca con ironia il colore degli abiti delle antiche streghe. Antiche come le ricette che rappresentano un solido punto di riferimento per le proposte presenti in menu. Prima fra tutte l'appagante soluzione della Zuppa di pasta mista con pescato del giorno; magari preceduta dall'ottima e divertente Tagliata di melanzane con stracciatella e pomodori confit, che fa evidentemente il verso alla classica parmigiana di melanzane.
Fino all'intramontabile semplicità degli Spaghetti con passata di pomodoro e cacioricotta. Il tutto con il valore aggiunto della presenza in sala di Stella d'Aprile, che si occupa del servizio, della cantina e della pregevole carta degli oli.
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Tavoli all'aperto
un professore di liceo prestato alla gastronomia. Insegna italiano e latino in una scuola di Bari, e cura per il Corriere del Mezzogiorno la rubrica "A Tavola"