Il bistrot di Massimo Bottura non è un bistrot, bensì la quintessenza della cucina modenese contemporanea. Parola chiave, da qualche anno a questa parte, freschezza, e una cucina giovane, ma non giovanilistica, incarnata sia dallo staff che dai piatti, vivi di un'energia nuova, attinta mediante intelligenti rivisitazioni e contaminazioni.
Al pass c'è, del resto, Francesco Vincenzi, già veterano presso l'insegna madre che dalla Francescana Family attinge i tortellini, quelli del Tortellante, l'associazione e il laboratorio di "inclusione, resilienza e risate" che insegna a persone affette da autismo a produrre tortellini, mentre dal lessico culinario di Massimo Bottura, sempre risolutamente emiliano-romagnolo, arrivano piatti come come la ravennate Pasta con granchietti e granceola, il fritto e la grigliata di pesce o il piccione che, avviluppato nella rapa rossa marinata e salsa al Porto, si tributa a Gianfranco Bolognesi della Frasca di Castrocaro Terme.
Oltre a citare i giganti che hanno fatto la storia e la cultura gastronomica regionale, che ricorrono fino al dolce, ci sono sono, e chiaramente, i tributi al maestro per antonomasia di cui appare encomiastico il Paté di fegato di faraona con Albana passito, noci tostate e marmellata di cipolle rosse nel rimandare al celebre Croccantino di foie gras al Balsamico. Una cucina di piacere, oltre che di sostanza, che da Modena si proietta su tutto il territorio regionale, facendosi leggibile e alla portata di chiunque.
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Tavoli all’aperto
folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet