Quando per la prima volta siedi alla tavola del Glam al Palazzo Venart resti perdutamente stordito dalla bellezza che ti circonda, lì nel cuore della Serenissima dove uno spettacolo sta per consumarsi. Eppure spettacolo non è spettacolarizzazione dell’ego, o il trasporto forzato verso virtuosismi insensati: è, piuttosto, l’intrattenimento totalizzante della costruzione di sapori che Donato Ascani affida agli ingredienti, mentre come una spada incidono dritti sul palato, curato dalla piacevolezza e dall’energia che rilasciano.
Donato, che da forestiero quale è, ha cavalcato le dolci onde della conoscenza, acuendo il contatto con la materia, intraprendendo un viaggio onirico nella Laguna: mare, orto, mercato, dialoghi, formulando un’autentica cultura del luogo, traslata nell’idioma potente della sua cucina.
Perché l’intensità qui è propriamente alta concentrazione di gusto, scongiurando le distanze tra Venezia e l’entroterra laziale, culla d’origine di Ascani. I banchi di Rialto, le primizie di Sant’Erasmo, la predisposizione a un rapporto osmotico con la materia sono tutte buone motivazioni per cui non ci si limiti più a creare zone di conforto, preferendo mettere alla prova la capacità reattiva dei sensi: è un approdo spesso irruento, ma quanto è densa l’energia che permane e nutre? Sponde salmastre, acidità consistenti, la complementarità tra fonti proteiche e vegetali, ma anche la dolcezza nella cottura di un agnello: perché la sensibilità, dopotutto, resta la dote più evidente di questo cuoco dagli occhi accesi sul profondo abisso della creatività.
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Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo è acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.