Antica Osteria Marconi

C’è una casetta, nel bosco selvaggio di condomini e banche e palazzi di governo e di condanna che assediano il metro quadro del centro storico di questa città fluviale, che con il suo inerpicarsi isterico sulle colline racconta, a differenza di città fluviali ben più famose, di un atavico terrore verso il corso d’acqua dal quale fugge, inseguita da sempre.

E nella casetta c’è Giuseppe Misuriello con la sua cucina lucana icastica, pulita, netta, misurata su tre quattro elementi, che leggere il suo menu ha lo stesso ritmo di una ballata popolare, che a menar di forchetta nei suoi piatti si raccolgono bocconi di territorio, terra e bestie, verdura da bordo strada e furti d’aia, mischiate assieme come si trovano, deposte nel piatto con il rispetto dovute alle esequie piuttosto che con l’ansia pollockiana che tormenta troppi suoi colleghi, con l’effetto ossimorico di restituire una piacevolissima vivacità al palato, che trangugia senza fatica alcuna le preparazioni calibrate e ricche di gusto di questa cucina borghese di territorio. 

E’ questa al fine, l’identità e lo spazio che si è ricavata l’Antica Osteria Marconi nei suoi trent’anni di vita. Un’identità e uno spazio a oggi “undisputed” sul territorio, frutto di applicazione quotidiana di due lucani testardi che hanno fatto della distanza dai grandi palcoscenici e dell’isolamento culturale il carburante della loro determinazione, pazienza, conoscenza, lavoro indefesso sul gesto artigiano in cucina. Procuratevi la sosta se è cibo di qualità il vostro desiderio. Saltate la tappa se è al teatro che siete diretti. 

Giulio Francesco Bagnale

si occupa da trent’anni di terzo settore. Espia i suoi peccati raccontando di donne, uomini e del loro lavoro. In cucina in particolar modo, perché far da mangiare è atto d’amore o non è. Nasce italiano e meridionale, nel secolo breve. Ma è pura fortuna, non merito. Ha una moglie paziente e tre figli spettacolari, perché è fortunatissimo