Poche cose evocano il carattere straniante e bellissimo della Calabria quanto trovarsi nella strada che, tra le campagne dell'Aspromonte, porta al Qafiz, la creatura di Nino Rossi. Ed è ancora più straniante, ancorché bellissimo, varcare la porta di questa sala: un'imponente miniatura che consta, per scelta, di soli 5 tavoli e, qui, esperire un pasto che è "la fine del mondo alla fine del mondo", nonostante il dehors col prospiciente cocktail bar che s'accende tutte le sere, al chiaro di luna, nelle sere d'estate.
Dentro, tra le imponenti pareti di pietra nuda, c'è il valzer di una grande donna di sala, Rossella Audino, e una carta dei vini studiata con poesia e perizia mescolate assieme. Quanto alla cucina essa è, certo, risolutamente di territorio ma lo trascende volentieri grazie a un gusto, quello di Nino Rossi, che è prima di tutto personale e fatto di tanta attenzione all'estetica formale quanto alla componente sostanziale.
Forma e sostanza, qui, coincidono anche nella capacità dello chef di nascondere la sua istanza e consegnare piatti di apparente, innocente semplicità come accade nel Piccione di Moncucco con nocciola sifonata, sambuco, indivia e pesca, o nel calibrare affumicature, acidità e aromaticità, in particolare, con audacia e sensibilità e si veda, a tal proposito, il memorabile predessert fatto con gelato ai ricci di mare, namelaka al finocchietto, gel al limone e polvere di alghe. Ecco cosa succede quando il talento va a braccetto con l'ispirazione.
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Ristorante con camere
Tavoli all'aperto
folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet