Nel panorama dei cuochi stellati che anima la scena gastronomica della capitale, Marco Martini da Colleferro, periferia allargata a sud di Roma è certamente uno dei più intriganti.
Un po’ per la verve che oltre a caratterizzare il personaggio si ritrova in una cucina capace di sorprendere andando a pescare con regolarità nella tradizione romana, ma dove ci si concede guizzi d’autore, e un po’ per il vissuto atipico da guascone e battitore libero dei fornelli con un passato da rugbista (uno dei suoi amici e compagni di scorribande mangerecce è Martin Castrogiovanni) e la frequentazione di cucine che gli hanno lasciato negli anni gli insegnamenti giusti per formarsi. Al netto delle numerose variazioni stagionali che modificano la proposta culinaria, il menù parte subito con le sollecitazioni locali nella pagina definita I Romanissimi 2008-2021, un degustazione dai connotati storici, che abbraccia tredici anni di storia del cuoco attraverso reinterpretazioni dei tanti sapori laziali.
Si va dalla Tagliatella di sappia all’amatriciana al gustoso French Toast di saltimbocca alla romana (da mangiarsi con le mani), fino al Tortello di mortadella con pizza bianca e pistacchi. Proseguendo nei percorsi a disposizione, gli estimatori del mondo veg traggono soddisfazioni da un menù dedicato loro che mette in fila, tra gli altri, l’Indivia alla brace e il Porro con limone, patate e capperi, ma chi vuole divertirsi fino in fondo non ha che da affidarsi al percorso Empatia, dove, non a caso, è Marco Martini a consegnare all’ospite ben dieci portate a mano libera.
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Tavoli all’aperto
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare