La cifra creativa di Theodor Falser si riassume nel suo manifesto di cucina sostenibile "Taste the Nature", un percorso sensoriale a piccoli passi alla ricerca di sapori originari, esaltati e combinati con cura, mano leggera e tecnica funzionale all'obiettivo, mai fine a se stessa. La montagna, il bosco, il fiume sono fonte d'ingredienti particolari, grazie anche ai piccoli contadini (come il maso Eisathhof) valorizzati da questo chef altoatesino 49enne di lungo corso, con "valigia" piena d'esperienze, dall'Oman alla Cina, fino a Ecuardor e Malesia.
Tra i piatti più esemplificativi il "120 su 1.200" è uno Spaghetto di grano della Val Venosta con sugo di 120 pomodori coltivati a 1.200 metri slm. Ogni pomodoro è pelato, le bucce essiccate, polverizzate e usate come formaggio grattuggiato. Alla base c'è una salsa di pomodoro nero, il sugo arricchito con cipollotto, olio di semi d’uva, infine passato e scolato.
Una cucina contemporanea e stagionale che punta sull'autoproduzione - 42 fermentazioni di verdure l’anno, soju, miso e vari condimenti fatti in casa - servita in piatti di terracotta altoatesina, legno d’abete rosso o porfido della Val d’Ega. Ma che sia un antipasto di Coregone, radice nera, sumac, latticello, cavolo rosso o un Salmone del Danubio, miele marinato, crema all’ortica, topinambur, la cucina di Falser si muove senza tradire eleganza e piacevolezza visiva, accompagnata da vini selezionati nel mondo (700 etichette); una carta premiata che non disdegna la migliore enologia altoatesina.
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giornalista, fotografo, comunicatore. collabora con le principali testate di viaggi, enogastronomia, turismo (anche sportivo) e di ristorazione