Il ristorante si colloca sul lungomare di Mentone, letteralmente sulla spiaggia al di sotto della strada. Una zona pedonale in cui il rumore delle macchine non si percepisce e viene coperto dal rilassante sciabordio delle onde. Con il fare della sera, da questa insenatura si scorgono le luci che dal paese scendono verso il mare: il paesaggio diventa magico. Pur essendo in uno stabilimento balneare, i tavoli sono grandi, ben distanziati e finemente apparecchiati con tovaglie verde-acido che richiamano le foglie dei banani e delle piante che ornano il locale. Sopra, tovaglie più corte di un bianco abbagliante fanno risaltare maggiormente i contrasti cromatici e le comodissime sedie non portano i segni di usura del salino.
In sala Paolo dirige abilmente il servizio che risulta curato presente, discreto e attento a ogni esigenza del cliente. Il menu è ampio e complesso ma se si ha voglia di osare bisogna lasciar fare allo chef: esperienza decennale come sous-chef alle Calandre, poi svariati giri per il mondo, Mario Imò tradisce grande curiosità, unita a tecnica ed esperienza. Ogni spezia e ogni sapore è un'amalgama piacevole, mai sbagliata o eccessiva. Come il boccone di Scaloppa di fagato con composta di rabarbaro ai profumi orientali o il Calamaro cotto a bassa temperatura con polvere di aglio e di pomodori disidratati, capperi e olive accompagnato dal suo tentacolo croccante. Una vera delizia per occhi e palato.
Il locale ha un difetto: la chiusura che si protrae da novembre a marzo lasciandoci privi di uno dei locali top della Costa Azzurra.
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torinese, enotecaria, sommelier professionista è tra i collaboratori liguri della Guida ai Ristoranti di Identità Golose