Ci vuole del coraggio per intestarsi, da non milanese, uno dei piatti simbolo di Milano, vale a dire l'Ossobuco. A Luigi Taglienti non manca la spavalderia e da qualche anno ha in carta lui, l'Ossobuco alla Taglienti, esempio di come intenda non solo la cucina ma la vita: fregarsene del vociare, dei dibattiti, dell'eterna inutile querelle tra tradizione e innovazione (che poi alla fine si è sempre tra la prima e la seconda), dello spirito del tempo, ma farsene uno tutto suo.
Quindi mangiare al Lume, nel biancore abbagliante di una sala in cui alcuni tratti neri disegnano lisergici motivi optical. L'esperienza è importante, di quelle che si ricordano: Taglienti è ligure e si porta appresso il bagaglio a mano dei prodotti profumati dell'entroterra della sua regione, poi è stato allievo di Ezio Santin e quindi ecco un po' di nebbie della Bassa, da un po' lavora a Milano e non è indifferente agli stimoli della sua nuova città, quindi è anche un po' cittadino d'Italia e del mondo ed ecco un bric-à-brac ai limiti dell'inclassificabilità.
A mettere un po' d'ordine ci pensano i tre menu degustazioni, che tracciano altrettanti possibili sentieri in un territorio assai vasto: l'Ispirazione del momento (Ostrica strapazzata con asparagi, Piccione al tamarindo), la sua visione della Milano contemporanea (oltre all'Ossobuco, il Risotto allo zafferano con animella in gremolata e il Macaron al gongorzola cento giorni) e i suoi Classici (come resistere alla Lasagna classica alla bolognese?). Si beve pescando da una carta magnifica. Servizio elegantemente discreto.
+390280888624
+39023452034
Romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive
Luigi TaglientiFegato grasso all’italiana con gelato all’acciuga
Luigi TaglientiAcqua, olio, limone e liquirizia
Luigi Taglienti“Aglio e olio”
Luigi TaglientiStencil di fassona alla birra con sofficino ai quattro formaggi
Luigi TaglientiTesta sgombra e …A TUTTA BIRRA