Un imprenditore è, spesso, anche un creativo. Nella sua propaggine meneghina, strategicamente vicina a piazza Gae Aulenti, Massimo Minutelli ha eretto un altro dei suoi altari votivi (con gran seguito di adepti) alla sua unica musa, la carne, cui immola un progetto che è sia una missione antropologica sia un modello di business le cui virtù sono amplificate dalla eco olfattiva della brace ove sfrigola questa storia, elemento di manipolazione primario ma affatto primitivo.
La carne, cotta o no, è restituita nella brutalità erudita della sua essenza, di tagli che Massimo seleziona con perizia certosina, chirurgica, geopolitica: Black Angus dagli Stati Uniti e dall'Australia, Wagyu dal Giappone, Fassona, com'è d'uopo, dal Piemonte, mentre dal Canada arriva il bisonte: una mappa mondiale delle carni il cui fil rouge è o il crudismo da un lato o l'alta temperatura dall'altro.
Oltre alla brace c'è un dolce, due primi piatti e un repertorio di uova firmate Paolo Parisi, più qualche eccezione: la Scaloppa di foie gras o il caviale e il pastrami di Black Angus con senape al miele; i migliori salumi dall'Emilia e dalla penisola iberica e il Gran Crudo di Fassona. In stagione, poi, fiori di zucca fritti e ripieni di burrata e acciughe del Cantabrico e, sempre, il repertorio di grandi purè di patate affumicati e arricchiti, a seconda del mercato, di tartufo, demi glace o confit di cipolla.
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet