Sull'impero gastronomico di Enrico I, al secolo Bartolini Enrico da Castelmartini, nel Pistoiese, non tramonta mail il sole. Nove stelle in 6 ristoranti sparpagliati in 4 regioni italiane, un secondo indirizzo milanese (Milano Verticale) che dopo uno start problematico sembra destinato ad allungare le medaglie sul petto del capo di stato maggiore, due locali a Dubai e Honk Kong per restare connessi con il mondo.
Ma la capitale dell'impero resta il ristorante all'interno del Mudec che ha riportato le tre stelle a Milano dopo decenni di vacatio. Da quest'anno accreditiamo come executive il trentenne Davide Boglioli, di cui Bartolini ha deciso di enfatizzare il valore pur senza rinunciare a dettare lui la linea.
Ogni visita al locale di via Tortona ci conferma l'impressione che si tratti di un cantiere michelangiolesco, di un luogo in cui l'aurea mediocritas non ha cittadinanza. No, qui ogni piatto è esteticamente impeccabile, filosoficamente risolto, tendente a quella perfezione che certo non esiste ma comunque se esistesse sarebbe Bartolini. Con il passare degli anni notiamo anche un crescente apporto di tinte emotive, non così presenti in passato.
Due i menu della proposta invernale, uno che ripropone una playlist di classici comunque sempre rimessi in discussione (Bottoni di olio e lime in salsa cacciucco e polpo, Filetto di vacca podolica in osso) e l'altro che fa i conti con il presente e il futuro (Broccolo, tartufo e tartufi, Ravioli "d'ape", foie gras e miele). Carta sontuosa, servizio edenico.
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romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive