Ogni anno troviamo il petto di Enrico Bartolini più ingombro di medaglie e ogni anno dobbiamo constatare che il piglio militaresco con cui lo chef toscano conquista gloria in ogni luogo visiti non va a discapito della qualità della sua cucina. Qui siamo nella casa dove Bartolini ha la residenza, quella in cui si mettono in atto i pensieri che poi feconderanno le carte di tutti gli indirizzi del mondo bartoliniano. Un mondo in cui accontentarsi è una parola espunta dal vocabolario e in cui la perfezione è più che un obiettivo, è un presupposto.
Il menu è da qualche tempo firmato da Davide Boglioli, piemontese di Bra, che ha saputo trovare una non facile empatia con Bartolini, all'insegna di una tensione creativa, di una dialettica sempre problematica. I due menu, a 350 euro l'uno (con il wine pairing a 250) sono complementari: il Best of rappresenta una sorta di antologica, con episodi salienti come il Cardo al cocco, curry, liquirizia e nocciola, lo Spaghettone trafilato al bronzo, anguilla affumicata e calamaretti spillo, il celebre Risotto alle rape rosse e salsa gorgonzola "Evoluzione", il Carciofo alla brace, aglio nero, crescione e midollo gratinato. L'altro percorso, Mudec Experience, è più contrastato, meno confortevole, ma secondo noi è un fermo immagine credibile della cucina contemporanea: l'Animella di vitella piemontese, rapa di Chioggia al tartufo e dragoncello è un piatto quasi definitivo.
La carta dei vini, curata da Sebastien Ferrara e Edoardo Jobet Monett, è ragionata e ricca di referenze spiazzanti. Servizio senza sbavature.
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romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive