Matteo Fronduti è uno chef coraggioso e interessante. Il coraggio lo ha dimostrato, ormai qualche anno fa, nell'aprire un ristorante in angolo sperduto di Milano fra viale Monza e viale Padova, fuori dalle canoniche e scontate zone dello svago meneghino. Le spalle larghe non gli mancano - il fisico è da pilone del rugby - e per questo alla fine ha avuto ragione lui.
La piacevole piazzetta di Manna, al calar del sole sembra di essere angolo di Parigi, è oggi meta fissa di cultori del gusto a cui piace sorridere. Già, perché la parte interessante di questo abile cuoco metropolitano sta nell’aggiunta di una bella dose di ironia alle sue preparazioni e al modo di presentarle. I nomi dei piatti sono tutto un programma: Furia, Riassunto di mare, Ha perso o Cantine e solai. Dentro però ci sono abilità, tecnica e ricerca. Oltre alla voglia di far divertire con una cucina mai banale, ben riconoscibile e a cui piace trasgredire. Gli ingredienti poveri e nobili vanno a braccetto in giochi di consistenze e temperature. I tagli di carne meno chic sono esaltati, come per il diaframma - di manzo o cavallo - cucinato, rispettivamente, con la tecnica Flip and Brush - tipica del BBQ a stelle strisce - oppure servito crudo dopo lunga marinatura. E ancora le ostriche: cotte, fritte o ridotte in emulsione per dare un tocco rock a piatti per tutti i gusti.
Fra le ultime novità il menu 8 portate - solo su prenotazione, proposto random durante l'anno – che lascia carta bianca alla creatività. Per stupire ma, in fondo, sempre con lo stesso obiettivo: far mangiare bene e soddisfare il cliente.
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curioso per natura e per percorsi, una laurea in Fisica e la passione per la comunicazione. Commentatore sportivo su Eurosport, nel carnet svariate Olimpiadi e Mondiali di atletica, oggi ama insegnare, giocare e raccontare il golf, narrare storie di cibi, vini e distillati