La storia di questo paradiso per gli amanti della carne inizia tecnicamente nel 2010, quando è stato inaugurato il ristorante. Ma i Motta erano macellai da molto prima: era il 1963 quando Giuseppe Motta apriva il suo macello con macelleria annessa, diventando negli anni un punto di riferimento nella zona, grazie alle sue carni piemontesi di prima qualità. Il figlio Sergio ha dimostrato non solo la voglia di proseguire il lavoro del padre, ma anche di innovarlo. Prima iniziando a lavorare, con grande anticipo sulle mode recenti, sulla maturazione della carne, con frollature eseguite sulle mezzene intere. Il padre pensava fosse un errore, ma dovette ricredersi.
Poi insistendo per aprire un ristorante, venendo incontro a un interrogativo che riguarda molti macellai: se tutti chiedono il filetto, la costata, lo scamone, come sfruttare al meglio i tagli meno nobili? Da qui nasce una proposta golosa e divertente, che chiaramente non esclude la possibilità di ordinare una fiorentina, ma per assaggiare al meglio la carne alla brace nello stile di Motta vi consigliamo di affidarvi alla Selezione del Camino, una degustazione di tagli diversi, con frollature differenti. E se siete ancor più coraggiosi, la Frittura reale di frattaglie è una bomba di gusto.
Infine non va dimenticato il Bollito: un rito che qui si compie ogni lunedì sera, perché è il giorno della macellazione e alcuni dei tagli utilizzati danno il loro meglio quando sono freschi, come le guance, le testine, le mammelle, le animelle. La varietà e la qualità di questo carrello sono difficilmente battibili.
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Tavoli all’aperto
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giornalista milanese nato nel 1976, a 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Autore e conduttore di Radio Popolare dal 1997, dal 2014 nella redazione di Identità Golose.
Twitter @niccolovecchia