La sensazione è sempre quella di mangiare a casa, tra amici o in famiglia, con la verve sudista del cuoco che si unisce a una cucina fatta di emozioni primordiali e molto locali che passano attraverso le alici e la colatura delle stesse, e che qui sono un must irrinunciabile.
Non ci sono trucchi o inganni, considerando che i Torrente sono da queste parti da più di sessant'anni, e ancor più quando ci si accomoda ai tavoli della bella terrazza del Convento, che se da un lato invoglia all'ozio mentre si osserva il lento viavai di turisti e cetaresi, dall'altro mette l'ospite nella piacevole condizione di muoversi all'interno di un percorso ricco di emozioni, che va dalle paste tradizionali al pesce azzurro, dal tataki di tonno al fritto del pescatore. Con l'aggiunta di excursus extraterritoriali che strizzano l'occhio ad altre regioni soprattutto quando si parla di carne, con il Vitello tonnato, la Bistecca di Scottona o la classica Fiorentina a rompere l'egemonia marina pressoché totale.
I piatti, il gusto, la ricchezza della materia prima e il contorno di accoglienza sono tutti elementi che qui fanno sempre la differenza e basta trovarsi di fronte agli Ziti spezzati alla genovese di tonno accompagnati da un fresco bicchiere di Costa d'Amalfi per capire l'essenza di quella definizione, il Lusso della Semplicità, della quale a volte si rischia di abusare. Ma non è certo questo il caso. Per concludere il pasto in gloria non può mancare, infine, una Caprese o una Delizia, con l'apoteosi citrica del limone locale.
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Tavoli all'aperto
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare