É sicuramente un argomento abusato per la Madonnnina del Pescatore, non ce ne vogliano Cedroni e Abbadir, ma il successo di questo ristorante degli ultimi anni è tanto nel servizio di sala. Lo so, è già detto e sono stati pluripremiati per questo, ma vale ribadirlo perchè ci sono pochi posti al mondo che fanno sentire qualsiasi cliente a proprio agio come qui dove Mariella Organi e la sua rodatissima squadra hanno impostato un'accoglienza che mette al centro il dialogo preciso e informale fra l'ospite e la cucina. Dagli abbinamenti precisissimi e mai banali alle spiegazioni misurate, una sinergia pazzesca tra sala e cucina è realtà.
Con questa indispensabile introduzione non vogliamo in alcun modo nascondere come la cucina di Moreno e Luca sia in costante evoluzione e completamente matura e si rigenera in un palleggio tra riferimenti alla propria stessa storia e una continua volontà di ricerca che alle volte ricorda quella propria di storici brand di moda. Un classicismo senza tempo come quello del Susci riproposto con i pesci frollati e un'attenzione maniacale alla precisione del processo, va di pari passo con ispirazioni contemporanee folgoranti come il Piccione affinato nella cera d'api.
Ma anche il finto pane, burro e marmellata, che piatto è? Pazzesco, con una terrina di Fegato di pescatrice al posto del burro e un abbinamento con un sakè a temperatura ambiente dal bouquet impareggiabile. È brutto parlare con esempi di un menu irripetibile, quindi non andremo oltre, ma siamo certo che il prossimo anno arriverà un altro stupefacente menu.
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dopo una formazione scientifica si è sempre dedicato alla gastronomia: lavora da anni per l'Osteria Francescana, scrive per Dispensa, è tra i fondatori del progetto Postrivoro ed è curatore di Al Meni