Umiltà, capacità di ascolto, grazia e gentilezza, assenza di pregiudizi, palato. Evviva i fratelli Liu, che illustrano con l’esempio silenzioso che se parti presuntuoso ci sono ottime probabilità di arenarsi. Lo pensiamo ogni volta che entriamo nelle insegne Iyo del fratello maggiore Claudio o anche da Ba, del minore Marco. E poi c’è Gong di Giulia Liu, la sorella nata a metà tra i due: nel 2015 ha aperto questo gioiello in corso Indipendenza, da qualche tempo con un cantiere fuori dalle vetrate che non vediamo l’ora si volatizzi.
Un’insegna dall’anima particolare, diremmo di “cucina cinese” perché c’è un focus profondo sulle specialità di Canton/Hong Kong, quindi del sud-est del paese: la bontà dei dim sum (zafferano, nero di seppia, verdure, barbabietola rossa, gamberi…) ha fatto nel tempo così scuola che la concorrenza cittadina ha dovuto alzare l’asticella. Ma qui gli stereotipi non sono di casa, basti pensare che al timone c’è un cuoco romano, Guglielmo Paolucci, sempre più bravo a costruire ponti tra l’Ovest e l’Est, alternando ingredienti poveri a materie prime d’alto lignaggio.
Da una cena di mezz’estate ricordiamo solo piatti da sballo: Carpaccio Sockeye (salmone selvaggio) con wasabi, tosaku e uova di trota; Dim sum di merluzzo nero su crema di bottarga e soia ridotta; Raviolo ripieno di ragù di ossobuco con crema di risotto alla milanese e dei Lamian all’astice che vorresti non smettessero mai. La competenza dei sommelier - impallinatissimi con la miglior Borgogna – orchestrati da Giulia e dal compagno Lorenzo dipingono un’esperienza come poche altre in città.
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Nel 2020 ha scritto con Cesare Battisti "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore)
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