Il cibo culturale di Marco Ambrosino è la sostanza di una cucina che, prima di arrivare ai fuochi, studia, si documenta, e solo poi approda a un’interpretazione storica della materia. Dall’arte conviviale, alle radici dell’umanità, passando per le contaminazioni tra popoli per nutrire. Il suo cibo Mediterraneo è un percorso lungo i sentieri della Macchia, tra coste cobalto e piedi interrati tra i muschi e le onde d’oro dei campi: erbaceo e salmastro, selvaggio e spontaneo. Carne, pesce, grani, braci. L’invito al cammino è servito: il punto di partenza è sempre il medesimo. La tavola.
La cucina della riflessione, perché esiste immediatezza e comprensibilità, ma poi, subito dopo, esiste anche il suggerimento di un’intenzionale sosta sui sapori, per ascoltare il suono del mare, e il profumo della terra, per assorbirne come da una tela, contrasti e armonie, rotondità e linee rette, sul palato. L’Agnello cotto negli agrumi secchi, lievito, cannella e mela cotogna; Zuppa di fave e pasta di agnello fermentate; Spiedo di cicorie e grasso di agnello, gatah di ritagli d’agnello; le Trottole cotte in brodo di lische affumicate, battuto di molluschi, turlu e olio di sommacco; la Ricotta di mandorle, melone invernale allo chartreuse e karkadè, sono solo alcuni degli estratti della dialettica del 28 Posti: un intreccio di antropologia e cultura, d’introspezione Mediterranea, la cui macchia più viva è il desco.
E come la Storia è conservazione della memoria nei secoli, così la cucina di Ambrosino è evoluzione progressiva del gusto, da un principio a una fine, che non sta a noi stabilire.
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Tavoli all'aperto
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classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo è acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.