È, nel mondo, lo "chef del mare" per antonomasia. Una fama, meritata, che gli deriva dall'intuizione iniziale: le frontiere dell'avanguardia in cucina, ora che tutti hanno esplorato tanto sulla terra e assorbito altrettanto dalla scienza, vantano risicati margini ulteriori di espansione. C'è però un mondo in natura ancora complessivamente poco conosciuto, quello delle profondità degli oceani. Ángel León ne è il Virgilio gastronomico, il cantore, il dottor Livingstone.
Tutto iniziò con il suo placton, oggi long seller a tavola, diffuso ovunque. Quindi la ricerca s'è ulteriormente raffinata: latte di mare, fogli di mare, formaggi di mare, luce del mare... Concetti edibili che colpiscono il palato per bontà, la mente per innovatività, il cuore col loro fascino incredibile. In un mulino di oltre 200 anni azionato dalle maree quotidiane, León ha installato quello che non solo è uno dei più interessanti (ed eleganti. D'un'eleganza contemporanea, però) ristoranti al mondo, ma diventa faro tra le onde, punto di riferimento assoluto per un'investigazione ammaliante nel blu degli abissi.
Il percorso degustazione è incredibile, solo un poco affannato da un servizio fin troppo scandito e pressante. Grandissimi assaggi fino ad arrivare al... pollo! Pollo di mare, ovviamente: pesce tomaso a fare da carne, che dev'essere abbastanza neutra, infatti il tomaso è considerato poco pregiato; la pelle croccante della murena (con la cui polpa prepara anche un civet), quindi salicornia, cipolline, salsa di pesce, limone marocchino... L'esito è semplicemente entusiasmante
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it