Villa Crespi è sempre un’emozione forte. È come un sogno che si rigenera, forte di un’organizzazione basata su un solo mantra: l’accoglienza totale. E' arrivata anche la terza stella Michelin, a coronamento di un percorso in cui lo chef Antonino Cannavacciuolo ha saputo alzare il livello senza venir meno alla sua filosofia. C’è sempre quell’inconfondibile matrice di gusto che firma la cucina di Antonino, miscelando Campania, Piemonte e Francia, con l’obiettivo del gusto totale, pur avendo alleggerito le preparazioni.
Qui la fretta non esiste e l’invito è di godersi ogni angolo di questo luogo magico: il luminosissimo bar, le sale e la veranda, il tour in cucina (posta al piano interrato), il giardino e, per chi vorrà, l’hotel. Sala e cucina dialogano come in poche altre realtà, con il maître-metronomo Massimo Raugi che detta i ritmi della partita, che si gioca con ben 50 coperti circa per servizio. Alcune preparazioni sono finite al tavolo, mentre altre portano in tavola ingredienti non così comuni (rane, lumache), per passare ai classici dello chef (Scampi alla pizzaiola, Linguine con salsa al pane di segale, Triglia e provola affumicata) e ai piatti nuovi (Animella alla boscaiola, Plin di anatra, Anguilla agli agrumi). I dolci sono capolavori e ognuno ha una storia dietro, compresa la piccola pasticceria.
Una delicatezza finale: Antonino Cannavacciuolo saluta tutti gli ospiti solo alla fine, per non disturbare quelli che non sono solo semplici pranzi o cene, ma vere e proprie esperienze di gusto, che lasciano sempre un segno indelebile.
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Ristorante con camere
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piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella buona tavola come creatrice di legami, ricordi ed emozioni vive. Instagram @lucafarina88