Il fatto di essere diventato a tutti gli effetti un personaggio televisivo di spessore (non solo fisico) non ha certo distratto Antonino Cannavacciuolo dai suoi doveri culinari. Anzi, l’ha spronato ulteriormente verso nuove iniziative anche extra gastronomiche, vedi i raffinati boutique resort Laqua (con bistrot), uno sul lago d’Orta, l’altro nell’amata Penisola Sorrentina.
Progetti impegnativi che nulla però hanno tolto alla corazzata madre, l’hotel con ristorante Villa Crespi dove tutto è partito. E dove a tutt’oggi non si registra alcun segno di stanchezza, cedimento o debolezza, al contrario: la solida conoscenza delle materie prime unita alla sapienzalità nella loro manipolazione, la vulcanica creatività fra tecniche e accostamenti più la maniaca attenzione al dettaglio regnano più che mai sovrane in cucina (tra parentesi, non al piano: chapeau), mentre la sala esprime un’attenzione al cliente, se possibile, ancora più precisa e premurosa.
Il Cannavacciuolo-pensiero odierno si traduce così in un menu ancora e sempre sapido e mediterraneo, energico e solare, di terra e di mare piuttosto che di pindarici voli molecolari (leggi arie o schiume), dove ogni dettaglio è pensato e mai casuale e dove ogni piatto accontenta vista e palato senza se e senza ma. In altre parole, una cucina da tre stelle Michelin (anche se ufficialmente rimangono sempre due). Provare per credere gli Spaghetti allo zafferano con ricci di mare e quinoa croccante, gli Scampi alla pizzaiola con acqua di polpo o un piatto “povericco” come Sgombro, avocado, caviale e Champagne.
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Ristorante con camere
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curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).