La fusion approda a Barcellona con Albert Adrià che, per il gruppo elBarri, si cimenta con un'impostazione di tipo nikkei. Il menù proposto è vasto, 19 portate di cui l’80% per cento a base di pesce fresco e verdure di stagione, che arrivano da tutta l'ecumene, come le Ande peruviane con le patate, l'okra, l'oxalis… Quanto al Giappone vero e proprio, si attinge dal mare, con tonno, anguilla e anche bottarga, che si combinano in connubio fatto di bilanciamenti, contrasti e consistenze sempre in dinamica opposizione.
Il risultato finale? L’armonia che si riflette anche in sala, dove gli arredi omaggiano l’arte tessile peruviana con telai e filati dai colori brillanti e la sobrietà giapponese con un contrasto di luci e ombre soffuse. Le porcellane raffinate e sottili hanno colori pallidi ma si avvicendano a materiali più grezzi, come il legno appena sbozzato. Non manca però anche un tocco d'avanguardia, che difatti interviene a incalzare l'attenzione nel susseguirsi delle portate, animate da un ritmo incalzante che permette di accedere alla pietanza successiva semplicemente azzerando la precedente al palato.
Un percorso studiato al millimetro, anche nella sua progressione, che produce l’effetto desiderato attraverso un'ascensione di sapori aventi come leitmotiv la sensazione di stupore. La stessa che pervade la coscienza in un piatto apparentemente intradicibile come Wasabi, yuba, wagyu e tataki, le cui componenti si lasciano ivece facilmente codificare.
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet