Chiamatela pure spartiacque. L'esperienza dai Cera segna in modo irreversibile l'approccio alla cucina di mare. Per raggiungerli bisogna affrontare la nebbia delle campagne veneziane (in inverno), l'umidità (in estate). Ma il ritorno sarà dei migliori, e vi farà pure riflettere.
Sin dal primo assaggio qui si coglie che la chiave di successo di quest'insegna con oltre 50 anni di storia è la perfetta interpretazione di un concetto prezioso quanto in disuso. Quello che, in cucina, non è mai superfluo: la semplicità. Semplice è un cartoccio di Seppioline pescate in giornata e fritte, intere, servite con polenta Biancoperla. Etico è il metodo di selezione del pesce dai migliori mercati ittici (Chioggia e Ancona su tutti). Naturale è il modo con cui Lionello Cera lo racconta, schierandosi con il mare e illustrandone le stagionalità. Rispettoso è il linguaggio utilizzato in sala per narrare voci come lo Spaghettino freddo, l Colori del mare, la Catalana (da provare e riprovare senza esitazioni).
Ma c'è anche inventiva, capacità di esaltare le materie prime con garbo e giusto estro, anche limitandosi all'utilizzo di pochi ingredienti. È il caso, parlando di dolci - comparto gestito brillantemente da Sara Simionato - di Vaniglia e caviale: un incontro inaspettato quanto difficile da dimenticare.
Dunque, da dove iniziare? Dall'affacciarsi alla verandina con erbe aromatiche e sottofondo musicale, ottimo riassetto per i sensi prima di approcciare alla tavola. E come concludere? Chiedendo di farvi raccontare come è nato e come si è costruito questo ineguagliabile tempio del buon mare.
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padovana, classe 1993, ama girare l’Italia gastronomica dalla testa ai piedi. Gli inseparabili compagni di viaggio? Penna, reflex e apri-bottiglie
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