Negli ultimi 20 anni, Narisawa, 2 stelle Michelin, è stato uno dei ristoranti più influenti di Tokyo. Pioniere del movimento farm-to-table in Giappone, Yoshihiro Narisawa ha ispirato gli chef di tutta la nazione – e del mondo – con i suoi ethos di cucina “satoyama d’avanguardia”, concetto che si fonda sul vivere in armonia con la natura. Il termine satoyama indica generalmente la zona di confine tra le montagne e i villaggi – un mosaico simbiotico e sostenibile di foreste, risaie e torrenti.
Agli albori, i piatti si incentravano sulla cucina moderna francese, ma negli ultimi anni Narisawa ha abbracciato le sue radici gastronomiche. Il menu mette in risalto ingredienti sostenibili attraverso tecniche cinesi, giapponesi e francesi. Il menu da 14 portate si apre con Polpette di tartaruga dal guscio molle condite con un denso e saporito brodo a base di serpente di mare di Okinawa con il corpo del rettile essiccato a completare il piatto. Si prosegue con uno Scampo locale accompagnato da piselli dolci, Anguilla perfettamente grigliata con una fetta di mango Miyazaki e un soffice soufflé aromatizzato con fecce di sake come dessert.
Il menu vegetariano o vegano è disponibile su richiesta al momento della prenotazione. Nell’elegante sala dalle linee pulite, due cantinette per sakè, rifornite di etichette limited-edition, fiancheggiano la vetrata che dà sulla cucina. In abbinamento alle portate vengono serviti sake giapponesi e vini rari. Si pensi al Dom Perignon 2010, così come l’Iwa sake super premium e una private label del grande produttore Aramasa Shuzo nella prefettura di Akita.
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giornalista americana, vive a Tokyo, in Giappone. Columnist del Japan Times. I suoi lavori sono stati tradotti in 4 lingue e sono apparsi, tra le altre, su testate come Condé Nast Traveler, Nikkei Asia, Newsweek e CNN