Ma quanto tempo è passato dall’arrivo di Cristina Bowerman in Italia? Dopo la lunga esperienza americana, decise che la sua casa sarebbe stata a Roma e quella casa si chiamava (e si chiama) Glass Hostaria. All’inizio non fu facile, ma è normale quando i progetti sono belli e ambiziosi.
Il primo problema si chiama Trastevere. Per quanto il quartiere fosse già in un bel momento, la ristorazione era (ed è) densa di trattorie e osterie di verace cucina romana. Glass si impose con la sua struttura di ferro e vetro, ma soprattutto con la testa e la mano della chef che da subito cerca di unire la cucina italiana (specie gli ingredienti) con accostamenti e ricette che fanno fare viaggi in tutto il mondo.
E ora? I pensieri di base sono gli stessi, col valore aggiunto di una finezza, eleganza, armonia maggiore. Gli esempi sarebbero tanti, noi non dimenticheremo facilmente la Crema di cavolfiore, cioccolato bianco, animelle e grue di cacao o il Piccione in due uscite, col volatile servito senza sprechi. Un ultima nota va ai collaboratori: in tanti sono fedelissimi da tempo, a partire dal responsabile di sala, Riccardo Nocera, nel team da più di 15 anni. Buon segno.
sardo per passione, vino e birra di qualità sono il segreto della sua giovinezza. Lavora dal 2005 al Gambero Rosso e nella vita si divide volentieri tra la penna e il bicchiere
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Tavoli all’aperto
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