Il tanto atteso menu D non è ancora stato sbloccato. Pertanto Ultraviolet si dimena ancora agevolmente tra i tanto celebrati e strapremiati menu A, B, C e l’8888 che viene accolto con la rarità e sentito con la devozione annuale di una liquefazione del sangue di San Gennaro. Mentre i tre menu con le lettere sono diversi approcci alle cucine del pianeta (con grande focus su quelle del “vecchio mondo”), il menu 8888 è un mix sapientemente studiato tra le portate dei sopraddetti (per esempio tutto il primo atto delle entrée è preso di sana pianta dal menu C); però poi gli abbinamenti al bicchiere sono fuochi d’artificio del calibro di Château Latour per il Bordolese, Opus One per Napa, Champaigne, Mersault per la Borgogna, Sauthernes, Pouillly Fume per la Loira, classici della Linguadoca e cidro (non rappresentata, ahinoi, l’Italia).
Come ben noto (soprattutto da chi ha sciabolato la carta di credito) le quattro cifre fanno riferimento al numero fortunato per eccellenza nella cultura cinese e anche al conto: 8888 rmb sono circa 1.300 euro. Il tutto per 20 portate e circa 750 g di cibo che fanno di questa cena una dei tasting menu fissi più costosi al mondo. E il bello è che li vale tutti. Il ristorante infatti è una certezza.
Il patron Paul Pairet un nostromo di lunghissimo corso. E il fido Greg Robinson, executive chef from Ohio, insieme a Pairet da 15 anni (dai tempi del Jade on 36) porta avanti una macchina oliata e vinci-tutto. Che aggiungere: chi può permetterselo non può perdere questa esperienza unica. Prenotate con due mesi di anticipo. E solo online.
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giornalista col vizietto dell'esterofilia (da buon germanista) e del cibo (da buon modenese), dal 2007 vive felice in Cina, a Shanghai, tessendo ponti tra Oriente e Occidente