L'Enoteca di Canale, già grande cucina, si sta avvicinando all'empireo dei ristoranti e il suo cuoco Davide Palluda non è mai stato così in forma. Due caratteristiche distintive: la ricerca esasperata dei prodotti di grande qualità e ricette di personalità che caratterizzano il ristorante e il territorio.
Ci sediamo nella sala principale ripensata, nei colori e nelle opere d’arte alle pareti, dall’artista Valerio Berruti, altro langhetto di talento, e scegliamo tra i piatti definiti “di deciso elegante carattere” una finanziera che ha perso il suo sapore un po’ greve ed è cesellata per i palcoscenici internazionali. Ottimo anche il riso, ginepro e lepre, essenziale e deciso nei gusti. Da assaggiare, poi, un'altra preparazione di carne complessa e intensa come il Daino alla brace con uva, whisky torbato e cacao fermentato: è un piatto di grande profondità gustativa, con i sentori di bosco e l’afrore della carne che trovano un limite e un’esaltazione nel cacao fermentato. Il daino, da solo, vale il viaggio sino a Canale, luogo dove il cuoco è nato e dove ha testardamente deciso di portare una ventina di anni fa l’insegna del suo ristorante.
La sala funziona a meraviglia e dona piccole cortesie e amenità che fanno la differenza e la carta dei vini è saggia e lunga come ci si apsetta da un ristorante di questo livello nel Roero.
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Tavoli all’aperto
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100