Passano gli anni ma Fabrizia Meroi assieme alla figlia Elena (quest'ultima degna erede di Roberto Brovedani prematuramente scomparso) mantengono intatti lo spirito e l'entusiasmo, conservando ogni sfumatura che caratterizza il ristorante.
Nelle due sale del Laite si resipra un'aria particolare, non solo per il profumo del legno delle pareti e degli arredi, ma per la bellisiima accoglienza, basata sull'elegante semplicità. Assoluta è l'intransigenza e il rispetto della materia prima che Fabrizia ricerca nel suo territorio. Ecco che arriva la Millefoglie di melanzane, saurnshotte (un formaggio tipico di Sappada fatto da ricotta e dragoncello), servita con un gaspacho di pomodoro. Non manca mai uno dei piatti della tradizione, ovvero il Cervo fondente, con olio di cirmolo, tuberi e muschio, una pietanza che fa arrivare il bosco in tavola. Una mano felice quella della chef, con grande equilibrio nei sapori e una grande capacità di saper estrarre ogni sfumatura da materie prime talvolta insolite. Che dire ad esempio del Tagliolino con topinanbur, con un estratto delle punte di abete e fiori di sambuco.
In sala il sorriso e la grande capacità di Elena e Ovidio accompagnano il cliente per mano nella scelta degli abbinamenti dei vini; una cantina molto fornita senza mai esagerare nei prezzi. I dolci sono molto ricercati e molto golosi, restando sempre nella tradizione rivisitata.
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per lungo tempo redattore del Messaggero Veneto, divide la sua passione tra gastronomia e aviazione, soprattutto le Frecce tricolori