Autorialità di Anthony Genovese, che non conosce confini. Il Pagliaccio caput mundi, perché c’è un filo conduttore sotteso, tra barbagiuan e dal, noodles e polenta, umeboshi e mole, carciofi alla barigoule e pecora, salsa bigarade e cardamomo, coriandolo e finanziera: l’assenza di frontiere geografiche e mentali, il no limits, che diventa presenza straripante di un artefice in grado di coniugare estro, tecnica ed esperienza. E impiatta un caleidoscopio di colori, profumi, influenze e nuances che parrebbero stonati, ossia fin troppo eterogenei, se a ricondurli a perfetta e completa concordanza (ineffabile armonia, insomma) non fosse la preponderanza della personalità creativa e stilistica di colui che li mette in fila uno dopo l’altro, anzi spesso uno insieme all’altro. Percorso netto, magistrale, senza sbavatura.
Genovese non accosta Roma col Sudamerica, l’Italia con l’Oriente, la Francia col Messico… Genovese - la sua cucina - è tutte queste cose insieme, ossia è/ha uno stile proprio, non a caso è uno degli chef nostrani che ha sfornato più allievi poiché rappresenta una scuola di pensiero gastronomico, magari poco teorizzato, ma messo in pratica in modo magnifico.
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
+390668392227
+390668392227
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it