Mescolare i sapori, spostare la sequenza degli ingredienti: usare una carota per il dessert, unire in un zuppa trota, cioccolato bianco e kren. Guardando il turismo che d'estate invade le stradine ciottolate di Malcesine, viene spesso da domandarsi dove Leandro Luppi trovi gli spunti per continuare da oltre cent'anni a stupire.
Ci voleva un altoatesoino per dare slancio a una cultura del buon mangiare sul lago: è stato lui il primo a prendere la Stella e a creare un movimento che negli ultimi dieci anni ha avuto nel dream team dei cuochi del lago, che si riuniuscono ogni anno per Fish and Chef, la dimostrazione che si può fare rete. E che funziona. Dal ponte di comando, e dalla sala naturalmente, de La Vecchia Malcesine si ammira tutto il lago, ma molte delle idee che poi tramuta in piatti nascono durante le albe sui torrenti del Trentino dove va a pescare con la difficile arte della Mosca. La comfort zone di Leandro Luppi.
Ci sono 5 menu e nessuna scelta alla carta. Non mancano i piatti che hanno fatto la storia, con protagonisti gli ingredienti del territorio: la Carbonara di lago vale la scelta. C'è quello vegetariano, solo di carne, solo di pesce e "revolution" che spazia oltre i confini del consueto e così lo Spaghetto Felicetti al nero di seppia diventa Uramaki ripieno con gambero e formaggio fresco con salsa di pomodoro e peperoncino. Kiwi e pesce gatto sublimano l'unione tra dolcezza e acidità. I Ravioli di amatriciana con una crema di pancetta che viene frullata e abattuta per farne il ripieno esplodono in bocca in un vero effetto psichedelico.
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dopo 29 anni, ha lasciato la redazione sportiva di Mediaset e si gode la pensione dopo aver raccontato 16 Olimpiadi, 6 Coppe America di vela, le imprese di Tomba e Pellegrini. Ora collabora con Il Foglio sportivo e il sito oasport.it. Ha un'antica passione per il cibo: è "assaggiatore" di Identità Milano dalla prima edizione