Cosa si può dire d'altro - ossia d'originale - scrivendo del Da Vittorio? Boh: è semplicemente una festa. È opulenza. È godimento. È inclusività gastronomica (nel senso: ristorante non per tutte le tasche, ma per tutti i palati: dal buongustaio estremo al neofita sperduto, ognuno troverà bontà memorabili per i propri denti). È il bello della cucina, in vesti raffinate ma umane. Non esiste 3 stelle italiano più accogliente, amichevole, caloroso.
Che poi: si batte sempre su quest'aspetto, perché i Cerea come pochi o nessuno sanno mettere gli ospiti a loro agio. S'affaccendano sorridenti. Garantiscono una materia prima spettacolare. Tutto fila via che è una meraviglia. Tanto bene che quasi finisce in secondo piano la cucina... e che cucina!
L'esperimento più interessante che abbiamo fatto alla nostra ultima visita è usare la macchina del tempo e saltare da piatti di conio recente o recentissimo (la Coda di scampi di Mazara, dulce de leche, granatina di cedro: c'è gusto e qualità. Ma anche una raffinatezza pazzesca) a proposte più attempate, sfruttando così l'ultima declinazione dei menu degustazione, c'è quello contemporaneo, quello di pesce "Nella tradizione di Vittorio" e persino quello di carne "Gli esordi di papà Vittorio".
L'esito non fa una piega: anche risalendo nel passato, la resa è garantita. Prendiamo Caccia al cacciucco, piatto del 2015, reverse crudista con i pesci intatti e la salsa classica, più salse rouille e aioli: perfetto connubio di golosità ed eleganza. Poi arriva una scaloppa di foie gras parzialmente panata, con mela e mais, che rasenta la perfezione.
+39035681024
Tavoli all'aperto
+39035248696
classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it