C’è un che di poetico nella cucina di Isaac McHale: leggerezza, eleganza e gioiosità. Un po’ come la sala, accogliente e luminosa, con vista su una cucina dalle piastrelle azzurre, arricchita da fiori secchi, ramoscelli e spighe di grano. L’azzurro del mare e i toni caldi della terra.
Le origini scozzesi di McHale sono molto presenti nel menu del Clove Club, soprattutto nel suo signature dish: Crudo di capasanta di Orkney con nocciole, tartufo, gelatina di dashi e capasanta e clementina. Vellutato e sexy, si scioglie in bocca. O, ancora, i freschissimi gamberi di Devon serviti in parte sotto forma di una delicata tartare con cotogno del Giappone e alga dulse sottaceto e in parte fritti in una croccante panatura.
C’è anche l’influenza giapponese come nel Sashimi di sarde marinate in una vinaigrette al crisantemo servito poi con dello zenzero. Tra i comfort dish di Isaac, il Pollo fritto al latticello con sale aromatizzato al pino vi farà andare fuori di testa. Inoltre, potrete scegliere tra le tre annate di Madeira (dal 1937 al 1978) per guarnire il gustoso consommé d’anatra.
McHale si pone nel mezzo tra il classico fine dining e un approccio più moderno (e gli riesce molto bene). Il Clove Club è il luogo perfetto, mai troppo formale o banale. Inequivocabilmente British ma che gioca con le influenze internazionali e con gli ingredienti offrendo un buon equilibrio tra piatti che potete mangiare con le mani e altri di alta cucina. In una città in cui bastano un paio di anni per essere rimpiazzati da una nuova apertura, McHale riesce a fronteggiare senza problemi la concorrenza.
+442077296496
+442039288328
articolo a cura degli autori Identità Golose