Disfrutar

È stato uno spettacolo. È stata un'esperienza.

Prendiamo il nostro ultimo passaggio al Disfrutar: ne siamo usciti entusiasti. Perché? Per il cibo, certo. Per le idee. Per la tecnica. Per lo spettacolo.

Passo indietro. Si potrebbe quasi parlare di creatività classica, di avanguardia nel solco della tradizione. Perché le nuove frontiere della cucina mondiale, in questi ultimi anni, insistono su territori diversi rispetto all'esplosione d'idee e di tecnologia degli anni magici del bullianesimo, quando ogni anno era una rivoluzione. Quasi tutti hanno cambiato ormai fronte di ricerca; in realtà questa conversione ci è spesso sembrata un ripiego, ossia una necessità derivata dalla presa d'atto che - suppostamente - non ci fosse molto altro da scoprire in quel filone d'oro che, partendo da Cala Montjoi, ha determinato cosa fosse il fine dining contemporaneo.

Invece Oriol, Eduard e Mateu hanno continuato a scavare proprio lì, in quel filone magnifico. Continuano anche ora, testardi, indefessi, coerenti con la loro storia. E vi ricavano pepite pazzesche, al loro Disfrutar di Barcellona.

Oriol (Castro), Eduard (Xatruch) e Mateu (Casañas) sono dei geni: è stato già scritto? Forse solo un qualche migliaio di volte. Però va ripetuto ancora: perché il grado abnorme di difficoltà dell'impresa che stanno portando avanti potrebbe far supporre che siano semmai degli sciocchi, a conferma che tra le due condizioni umane a volte il confine rimane incerto. Ma gli esiti del loro lavoro depongono a favore della prima considerazione, senza dubbio.

Carlo Passera

classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it