È uno dei templi sacri dell’alta cucina italiana e l’aura dell’eccellenza si avverte fin dai primi passi all’interno dell’elegante sala in legno naturale che accoglie i dieci tavoli a disposizione degli ospiti. Il progetto Cook The Mountain, che oggi vola più alto delle vette alpine, è nato proprio qui e Norbert Niederkofler si conferma anno dopo anno leader di un movimento di pensiero che ha reso la cucina “catalizzatrice di processi culturali” e il cuoco “educatore emozionale capace di promuovere un nuovo stile di vita”.
La garanzia di intenti è il fatto che in ogni idea del St. Hubertus si trovino tre fulcri inequivocabili dell’impegno concreto per la tutela del territorio e per la sostenibilità ambientale: valorizzazione della materia prima locale, riscoperta delle tecniche ancestrali, rispetto della stagionalità. La proposta culinaria pertanto, pur essendo estremamente moderna, non è mai priva di riferimenti intellettuali, storici e culturali e si compone di piatti emozionanti per completezza, sempre armonici ed equilibrati al palato.
Vibrazioni veg di grande complessità nell’Insalata di montagna con pane Puccia croccante, cialda di amaranto, chips di topinambur e kombucha di sambuco; succulenta e profonda l’Alzavola laccata al sorbo dell'uccellatore con trifoglio montano, verbena e salsa d'orzo fermentato; divertente, intenso e chiaro manifesto della sostenibilità in cucina la Chips di testina di maialino con polvere di olivello spinoso e cipolla bruciata. Servizio perfetto, carta dei vini importante e ricercata da oltre 2mila referenze.
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Ristorante con camere
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classe 1974, napoletano emigrato al Sud, sommelier e assaggiatore di caffè, è convinto che chi è nato a Vico Equense, come lui, sia inderogabilmente munito di imprinting gourmet. Vive, scrive e organizza eventi a Palermo, ma mangia e beve ovunque
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