Lasciati alle spalle i quarant'anni di vita, il Lanterna Verde, saldamente nelle mani della famiglia Tonola e con la nuova generazione in prima linea e rappresentata dal cuoco Roberto, si proietta nel futuro con molte certezze e pochi grilli per la testa. D'altro canto siamo tra gente di montagna, abituata a badare al sodo, così il menu gioca sempre la carta dei prodotti del territorio e della tradizione. Dove ci si affida alle trote del proprio allevamento (i Tonola sono arrivati a Villa Di Chiavenna per prenderlo in gestione negli anni Ottanta), ma poi c'è il castagneto di famiglia, i rapporti stretti con i produttori locali, il fomaggio e le erbe dei monti vicini.
Un mondo fatto di tradizioni all'interno del quale Roberto si muove con giudizio. Osando un po' nei piatti che fanno parte del percorso gourmet (Risotto ai carciofi, nocciole e ananas, oppure Gnocchi di cavolfiore, cozze, alga nori e limone) e lasciando che i profumi e i sapori delle diverse stagioni accontentino ampiamente la clientela più tradizionalista (Cappelletti di ragù di cervo e porcini, Maialino nero della Val Chiavenna, cotto al forno con patate e rape).
Cordialità d'altri tempi, piccole attenzioni, una cantina di 8mila bottiglie e una clientela che torna volentieri, spesso superando il confine del Passo del Maloja e arrivando dalla vicina Svizzera.
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Tavoli all’aperto
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare