7 marzo 1970: è il primo giorno di apertura di questo tempio culinario, un luogo che portava a mangiare il cliente nel cuore di Imola, come fosse ai piedi della Tour Eiffel. In cucina c’era Nino Bergese, il cuoco dell’aristocrazia affiancato all’epoca da un giovanissimo Valentino Marcattilii. Insieme sdoganarono l’alta ristorazione nella regione con uno stile senza tempo, che regna tuttora nelle proposte, prologo di un’esperienza memorabile. Piccole sale, il fascino degli anni passati, tavoli impreziositi da argenteria, luci soffuse dei paralumi e comodissime sedute in pelle.
In cucina oggi c’è anche Massimiliano, nipote di Valentino, un ragazzo giovane che ha girato i quattro cantoni del pianeta gastronomico, al cospetto di Michael White e Alain Ducasse. Un bagaglio di esperienze che ha riportato a Imola, mettendo nei piatti tecnica, creatività, memoria e rispetto della tradizione. Oltre all’iconico Uovo in raviolo, sono imperdibili il Filetto di baccalà in olio cottura con emulsione di patata e chips al pomodoro e le Noci di capesante alla plancia con riduzione di ostriche e Martini dry alle erbe.
In sala, Natale e il figlio Giacomo esprimono la grande arte dell’ospitalità senza essere distratti da mode concettuali. Monumentale la cantina, con circa 2.200 etichette da tutto il mondo. Le carte dei vini, nazionali ed estere, si affiancano a una selezione di annate storiche, italiane e francesi, illustrate perfettamente dall’esperto Francesco Cioria. Bottiglie rare e tutte ben disposte nella cripta sotto al ristorante. Sembra un museo.
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laureata in Psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione. Autrice di diversi libri, ultimo Vino: Femminile, plurale (Giunti)