Scena: accomodati dopo pranzo Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio, nel giardino di casa Santini, un assaggio di rhum. Giornata soleggiata, calda, serena: l'atmosfera perfetta per la chiacchiera. Con noi, due generazioni di padroni di casa: Nadia e Antonio da una parte, Giovanni e Alberto dall'altra. L'occasione è perfetta per rivolgere qualche domanda. Una su tutte: qual è il vostro segreto? Ovvero: come si scavallano le generazioni mantenendo i valori originari, quelli alla base del successo, ma nello stesso tempo ponendoli al passo coi tempi? Come si porta il gusto della tradizione nella piena contemporaneità?
Ci hanno risposto qui. Ma la domanda già contiene in nuce il proprio responso, in fondo. Perché questo è, Dal Pescatore: un'oasi nell'oasi nell'oasi. Un oasi al cubo: per il luogo, che sembra lontano da tutto e dove il tempo pare rallentare; per l'umanità dei Santini, vera, così diversa dalle tante finzioni che albergano nel settore; e poi per l'esperienza gastronomica, che è appunto e intanto pura esperienza di piecevole rilassatezza, ingrediente fondamentale che non si trova nel conto, che non ha dunque prezzo; infine pratica di bella cucina, pochi fuochi d'artificio e tanta consapevolezza.
La stessa che ritroviamo in queste parole di Giovanni Santini: «Dal Pescatore è frutto di un'eredità tramandataci, noi ora ci mettiamo la nostra cultura, che è insieme contemporaneità e legame con ciò che è stato. Questo crea un modello, che è quello della nostra famiglia: esprime chi siamo, è vitale ed identitario».
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose