La Palta, il cui nome nel dialetto piacentino ricorda l'originaria destinazione del luogo, un po' tabaccheria e un po' bottega, è un'indirizzo che vive di costanza e di tradizione gastronomica piacentina ormai da più di tre decenni. E che ha nel suo mazzo di carte quelle vincenti dell'ospitalità, della sana tradizione contadina (in fin dei conti La Palta prima di diventare un ristorante celebrato era poco più di una trattoria di paese) e della curiosità e passione della cuoca Isa, che dopo la classica trafila dell'alberghiero, in giovane età, si era concessa un'esperienza alla corte di Georges Cogny, il famoso cuoco d'oltralpe finito per amore a lavorare sull'Appennino.
Oggi però i percorsi del ristorante raccontano molte storie diverse e uniscono esperienza e creatività messe in fila dalla Milanese di carciofo al cacio del Po e maionese al Cynar, i Tagliolini aglio, olio e peperoncino con rapa rossa e rigaglie di faraona, o il Filetto di trota in oliocottura con topinambur fritto e mandarino croccante.
Tutta una serie di esercizi di stile da gustare in un'atmosfera rilassata, magari davanti a un bicchiere di Una, una Malvasia di Candia nata dalla collaborazione tra il viticoltore piacentino Enrico Sgorbati e i sommelier de La Palta, Roberto Gazzola e Andrea Meneghetti.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare