Daniele Usai ha il merito d'aver fatto della sua cucina, dopo anni d'esperienza, un viaggio tra sapori e raffinati e sorprendenti abbinamenti, cifra di uno chef che fin dalle origini non si è accontentato del risultato facile, ma ha guardato lontano, saldo al timone del suo Tino; da 4 anni ha traslocato nello spazio ideale per un esploratore come lui, il Nautilus Marina. Tutto è studiato nel minimo dettaglio: la distanza di comfort zone tra i tavoli, il servizio attento, professionale e puntuale, la carta dei vini articolata e di respiro internazionale, la cucina a vista dietro un'ampia vetrata, esempio di scenografia della trasparenza.
Siamo a Fiumicino, Usai è sempre Usai e l'asta del pesce regna sovrana. I due menu degustazione - da 7 e 9 portate - sono un pacchetto di viaggio in cui nulla è lasciato al caso, dalla selezione della materia prima alla stagionalità. La tavola si fa esperienza tra vere e proprie sfide, come Testa e cuore, coppa di maiale fatta in casa con gambero rosso crudo, accompagnati da pan brioche e sorbetto di mela verde e rafano, oppure il Giardino iodato, abile accostamento di note crude e vegetali. Da provare la Bouillabaisse omaggio a Gérald Passedat, chef tristellato francese, che in tre servizi, vede arrivare prima 5 pesci con la classica salsa, poi frutti di mare, per finire con un medaglione di patate arricchito da seppie crude.
Assaggi di una cucina che continua a guardare lontano, sempre tesa a una ricerca che si concretizza nella padronanza della tecnica.
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articolo a cura degli autori Identità Golose